Quello che non tutti dicono sulla bellezza

Parlare di bellezza non è semplice, perché la bellezza è un concetto così profondamente personale, ma contemporaneamente una qualità oggettiva ben definita.

Ed è ancor più difficile parlarne oggi, in un mondo in cui la bellezza è prevalentemente ridotta a un concetto stereotipato, e in cui allo stesso tempo esistono infinite nicchie di pensiero che individuano la bellezza lì dove lo stereotipo non arriva.

Immaginiamo i modelli di bellezza proposti incessantemente da TV, pubblicità, riviste e social network, ma poi pensiamo alle varie mode di nicchia che rifiutano i modelli convenzionali e si rifanno a modelli sempre nuovi di bellezza.

La bellezza è un potente strumento di diffusione di messaggi culturali, di filosofie di vita, e ogni sua declinazione individua precisamente ognuna di queste nicchie.

Sicuramente tutti avrete notato che dall’aspetto di una persona, dal suo modo di vestirsi e di muoversi, dal suo modo di parlare, dal suo taglio di capelli e dai suoi colori predominanti si riesce a intuire con alti margini di probabilità la sua età, il suo lavoro, la sua estrazione sociale, le sue scelte di vita, la sua cerchia di amici, se è una persona che predilige il pensiero scientifico oppure umanistico, se guarda certi programmi in TV, se segue un percorso spirituale, se fa yoga, se è un filosofo, addirittura se preferisce mangiare al ristorante oppure al pub.

La bellezza è un concetto in cui le persone tendono a identificarsi, a volte purtroppo correndo il rischio di tralasciare alcuni aspetti della propria interiorità, quando non si allineano allo stereotipo a cui fanno riferimento.

Sarebbe interessante analizzare il motivo per cui tramite i mass media vengono continuamente proposti stereotipi di bellezza al fine di influenzare idee e panorama mentali, ma l’argomento sarebbe lungo da trattare e non è lo scopo di questo articolo.

Quello su cui vorremmo concentrarci qui è invece l’altra faccia della medaglia: da un lato una bellezza esteriore stereotipata e proposta a fini prevalentemente materialistici, dall’altro un’altra idea di bellezza, di cui pochi parlano, e di cui io vorrei discutere con voi.

Se mi leggete saprete che mi occupo di fotografia di ritratto, e che quindi quotidianamente in qualche modo ho a che fare con la bellezza.

La maggior parte dei miei clienti sceglie di scattare dei ritratti con il desiderio di poter immortalare la massima espressione della propria bellezza esteriore, spesso accompagnati dalla paura di poter non essere all’altezza del proprio stereotipo di riferimento.

Quando scorgo questo dubbio, cerco di rassicurare e far capire che non c’è nulla da temere, perché sono sicuro che insieme scopriremo qualcosa che non ci aspettavamo e che fugherà ogni paura.

Così, ancora accompagnati da un pò di timore, iniziamo a scattare le prime fotografie.

I primi scatti sono sempre quelli dove entrambi siamo un pò impacciati, si scherza e si ride sulle prime “facce da ebete”, si provano le luci, si guardano le foto al computer, e così ci si inizia a rilassare.

Iniziamo a prenderci gusto, l’imbarazzo iniziale svanisce dopo i primi dieci minuti.

Ci iniziamo a sentire molto più a nostro agio, e così, pian piano inizia a venir fuori quel qualcosa che non ci aspettavamo (o meglio, che la cliente non si aspettava!).

Iniziano a uscir fuori scatti di una bellezza diversa dallo stereotipo, più intima, fatta di sguardi, espressioni, piccoli particolari, qualcosa di molto personale, più emozionante, comunicativo e vero.

Quello che accade è una vera e propria piccola magia, in un attimo lo stereotipo non è più il modello di riferimento, e si inizia a riscoprire una propria bellezza che non si rifà a nessun modello già visto, estremamente originale e piacevole. 

A questo punto la cliente è pronta per scattare i suoi ritratti più belli, completamente rilassata, la paura è solo un ricordo, quello che rimane è solo divertimento, voglia di mettersi in gioco e di rompere un pò gli schemi con cui si era partiti.

Dopo poco, ecco che vengono fuori i ritratti più intensi, particolari ed emozionanti.

Questa esperienza di riscoperta mi capita e ricapita ogni volta: ogni servizio fotografico parte con una certa idea e regolarmente si trasforma in qualcos’altro.

Alla luce di ciò ho iniziato a chiedermi: ma allora cos’è realmente la bellezza?

Ho iniziato a capire che la nostra esteriorità non è superficialmente un insieme di elementi più o meno belli a seconda di quanto si avvicinano a un modello ideale, ma è molto di più.

Il viso e il corpo sono i luoghi visibili dove si esprimono tutte le nostre emozioni e sentimenti.

Ognuno di noi ha la sua personalissima maniera di esprimere le proprie emozioni, ed è stupefacente osservare l’infinità di declinazioni che una stessa emozione può assumere, sul viso di ogni persona, e in queste declinazioni c’è tantissima bellezza ancora inesplorata.

C’è chi quando sorride arriccia il naso, chi invece chiude completamente gli occhi, chi socchiude solo timidamente la bocca, chi corruccia la fronte, chi mostra tutti i denti, chi spalanca gli occhi e si chiude nelle spalle, tutti particolari apparentemente trascurabili, ma che raccontano invece tutto della persona: semplicemente nel suo modo di sorridere c’è il suo carattere, il suo passato, tutte le sue esperienze vissute, ci sono i suoi genitori, i suoi amici, le persone che ama e con le quali è cresciuta, ma ci sono anche le sue paure, la sua fragilità, le sue insicurezze, i suoi desideri e i suoi sogni.

E quando guardo un ritratto mi diverto a immaginare quale sia la storia racchiusa dietro ogni dettaglio di quell’espressione, questo mi affascina profondamente e risveglia in me un profondo senso di bellezza, quanto la natura sia miracolosa e quanta infinità si può nascondere dietro ogni piccolissimo dettaglio.

Chi invece osserva un proprio ritratto non ha bisogno di immaginare: conosce già la storia nascosta dietro ogni particolare, e quando lo guarda con nuovi occhi, e nel suo viso rivede la propria storia personale, le emozioni e le esperienze che lo hanno forgiato, proprio lì emozionandosi ritrova il proprio profondo e personale senso di bellezza.

Questa per me è l’ottava più alta della bellezza, più profonda, più intima, più umana e (lo ribadisco ancora una volta) più vera.

Concludendo, dalla mia esperienza da fotografo ritrattista mi sento di dare qui a voi il mio incoraggiamento, sperando possa accendere in voi una fiammella che vi porti nella vostra vita a osare!

La tua bellezza è nella tua storia, è nel tuo mondo interiore, è in quello che sei oggi, è nelle tue potenzialità ancora inespresse, è nei sentimenti profondi che senti dentro di te e che stanno aspettando solo di essere liberi, per manifestarsi in tutta la loro magnificenza!

Silenzia la mente che ti dice che non sei abbastanza, supera le tue paure, osa essere te stessa, lascia esplodere il tuo mondo interiore, non potrai essere più bella di quel momento!

Il ritratto ti racconta.